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Roma è di fatto la prima megalopoli della storia, con una popolazione che nella prima età imperiale (I secolo a.C.) raggiunse all’incirca un milione di abitanti. Ad oggi, tuttavia, rimane un enigma il modo in cui la città fosse organizzata e sia riuscita a mantenere quelle dimensioni per oltre tre secoli. Sappiamo che si estese presto ben al di là della cinta muraria del IV secolo a.C. ma le strutture urbanistiche che si svilupparono al di fuori di questa linea di fortificazione, e particolarmente oltre le Mura Aureliane, non sono mai state studiate olisticamente e in modo sistematico. Considerando che in qualsiasi città l’aspetto edilizio dà e prende forma dalla vita quotidiana di coloro che in quella stessa città abitano e operano, questo significa che ci mancano tasselli essenziali per comprendere come la società romana funzionasse.

Il progetto IN-ROME auspica di colmare questa lacuna. Indaga come le diverse parti della popolazione (gruppi etnici, sociali e di diverso genere) e le loro varie attività si dislocassero nei dintorni della città attraverso le stazioni militari, le sedi delle associazioni, i santuari, i luoghi di produzione, le miniere, le infrastrutture, l’agricoltura, il commercio al dettaglio, le terme, le strutture ricettive, le tombe, le case e le ville, per citare soltanto gli esempi più ovvii.  Ci domandiamo essenzialmente: Chi faceva cosa e dove?  Traducendo le relazioni topografiche in relazioni sociali, IN-ROME mira ad accrescere la nostra comprensione del tessuto sociale della città ben al di là di quello che ci trasmettono le fonti letterarie.  

Da un punto di vista metodologico, IN-ROME sblocca l’enorme potenziale delle iscrizioni per comprendere lo sviluppo urbanistico e il tessuto sociale di Roma attraverso una ricontestualizzazione virtuale e un’analisi statistica. L’autorevole banca dati Epigraphic Database Roma (di seguito EDR) è in fase di ampiamento per includere le iscrizioni latine e greche di provenienza nota o probabile (per un totale di circa 50,000 esemplari). Tali iscrizioni saranno collegate al SITAR, vale a dire il più sofisticato Catasto Archeologico Digitale di Roma, attraverso la creazione di una mappa con un nuovo livello (map layer) di visualizzazione delle proprietà e dei toponimi del periodo compreso tra il XVII e il XX secolo (il riferimento storico principale in termini di localizzazione delle evidenze indagate).

Queste nuove risorse permetteranno l’esplorazione di modelli di distribuzione delle attività su una scala senza precedenti, favorendo l’accesso a un vasto bacino di informazioni storiche e restituendo al popolo di Roma il proprio paesaggio.

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