Consuelo Manetta

Sono un’archeologa specializzata nello studio dell’arte e dell’archeologia del Mediterraneo e della regione del Mar Nero tra il V secolo a.C. e il IV secolo d.C., con due principali aree di interesse: 1) Roma, il suo suburbio e il Latium Vetus (soprattutto l’area dei Colli Albani); 2) Tracia (in particolare i territori dell’attuale Bulgaria, della regione nord egea e porzioni della Turchia). Il mio programma di ricerca si colloca all'incrocio tra storia dell'arte, archeologia e storia socio-culturale.

Negli ultimi anni mi sto interessando molto allo studio della religione romana: il suo ruolo nella creazione di identità culturali, di relazioni interculturali, di competizione politica e di un’ideologia di stato tra l’élite e altri gruppi sociali; come la devozione religiosa e i culti funzionavano a livello pubblico, collettivo e privato in Roma, nel suburbio e nei territori romani in e fuori l’Italia; come l’aspetto fisico di installazione sacra e la natura religiosa dei culti in essa celebrati forgiassero il paesaggio, la topografia, il carattere e la vita quotidiana di una specifica area o quartiere e vice versa. In questo senso, il progetto IN-ROME offre la cornice concettuale e metodologica ideale per esplorare questi argomenti.

I miei campi di ricerca includono, inoltre, l’arte e l’archeologia funeraria greca, romana e tracia, con particolare riferimento alle dinamiche di produzione, alla pittura, alle sue tecniche e all’ esegesi dei suoi programmi figurativi; la topografia e l’urbanizzazione greca e romana, con particolare riferimento alle dinamiche di popolamento e di interazione socio-politica e culturale tra aree urbane ed extraurbane e tra comunità locali e alloctone (Grecia e popolazioni della Tracia interna e della regione del Mar Nero; Roma e il suburbio e il Latium Vetus; Roma e le aree provinciali); l’architettura e la decorazione architettonica greca, tracia e romana, inclusi gli antichi sistemi di copertura e soprattutto la tipologia dei soffitti a cassettoni scolpiti e dipinti; la scultura greca e romana; le tecniche di rivestimento pavimentale; questioni di iconografia e di iconologia, e soprattutto la trasmissione e l’evoluzione di iconografie attraverso i secoli e tra culture diverse.

Ho maturato esperienza anche nello studio delle collezioni di antichità, del traffico e delle dinamiche legate al riuso di marmi antichi e della possibile ricontestualizzazione di spolia.

Favorisco un approccio contestuale che utilizza vari tipi di evidenze (archeologiche, epigrafiche, visive e letterarie) come fonti per indagini storiche di più ampio respiro. Con questo, intendo che la ricostruzione fisica e storica di un contesto antico è essenziale per comprendere perché un oggetto, un edificio o una decorazione sia stata prodotta in una particolare forma e con un particolare stile, e cosa significasse per le persone che l’hanno utilizzata, imitata o vista e perché un’idea o un fenomeno culturale sia stato concepito e trasmesso in quel determinato modo. La recezione moderna della cultura e dei fenomeni antichi è altrettanto importante per me. Con recezione intendo, più specificamente, il modo in cui un manufatto antico è stato interpretato, percepito e usato e come gli approcci del passato continuino a influenzare il nostro pensiero. Questo include anche lo studio delle pratiche archeologiche nazionali moderne e l’uso delle antichità per modellare l’identità nazionale moderna di un Paese e creare una memoria collettiva.

Dal punto di vista metodologico, credo fortemente che le fonti archivistiche, inclusa la cartografia storica, e un utilizzo critico del materiale antiquario costituiscano strumenti di ricerca essenziali che integrano ed ampliano la conoscenza basata sui dati archeologici. In questa prospettiva, preziose fonti di ricerca includono anche le moderne biografie (per esempio di archeologi, ambasciatori e collezionisti), la letteratura odeporica, i testi e le mappe (per esempio aeree) di natura geografica e militare.

Il mio portfolio include la partecipazione, anche come coordinatore, di numerosi scavi archeologi a Roma (per esempio sul Palatino) e in Italia, e la partecipazione (anche con ruoli di coordinamento e responsabilità) a gruppi e progetti di ricerca nazionali e internazionali. 



Per i Romani che vivevano in un mondo pieno di dèi, in cui spazi, tempi e modi del vivere quotidiano a livello privato, collettivo e pubblico, erano marcati, scanditi e regolati da rituali, le installazioni sacre rappresentavano un elemento familiare e connotativo del paesaggio urbano e rurale. Che si trattasse di templi monumentali o di modesti altari, in ogni periodo della storia romana, i luoghi sacri e i culti che in essi si celebravano garantivano il mantenimento di un equilibrio: con le forze della natura, tra i membri di una famiglia, di un’associazione o di uno stato. A partire dalle élites, ma anche per altre categorie sociali, pur se in modi e forme diverse, essi furono, al tempo stesso, palcoscenico, vetrina e strumento di promozione e di competizione politica, di identità, di interazione e di integrazione culturale. Il mio sotto-progetto ha un duplice obiettivo: illustrare la distribuzione e la natura della devozione religiosa e dei culti nell’area indagata dal progetto IN-Rome; esplorare questioni relative al patronato e ai destinatari dei culti, sulla base di una dettagliata analisi dell’evidenza epigrafica nel proprio contesto archeologico e topografico.

e-mail: consuelo.manetta@sns.it

orcid id: 0000-0003-4562-1516

Pubblicazioni disponibili online su Academia

CV completo 

  • C. MANETTA, Culti pubblici in mano privata. L’appropriazione dei luoghi di culto tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C.. Serie Studia Archaeologica, L’Erma di Bretschneider (codici ISBN: cartaceo 978-88-913-2793-2; digitale 978-88-913-2797-0). Pubblicazione in open access. Manoscritto accettato per la stampa; stampa prevista per l’inizio del 2024.
  • C. MANETTA (con S. AGLIETTI, F. DIOSONO, A. PALLADINO, B. POULSEN), “The so-called villa of Clodius at the 13th milestone at Via Appia. Villa or Sanctuary?”. In: Analecta Instituti Danici (ARID), no. 45.2020, Rome 2022, pp. 77-120. Codice ISSN 2035-2506. (Pubblication in peer-reviewed journal and in open-access).
  • C. MANETTA, “Reconsidering the Orsini Villa at Santa Caterina, Castel Gandolfo (1830-1899) and the so-called Alban Villa of Clodius on the Via Appia”. In: Analecta Instituti Danici (ARID), no. 45.2020, Rome 2022, pp. 155-209. Codice ISSN 2035-2506. (Pubblication in peer-reviewed journal and in open-access).